Terra Incognita Forum

SELVANS, Thuflthas, Culsans

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Angelo Di Mario
view post Posted on 23/10/2008, 12:33




02047 poggio Mirteto 13/10/08
.1 S E L V A N S
.2 CULSANS
.3 THUFLTHAS
Tre divinità della FEMMINA
Si tratta di tre divinità; la prima, SELVANS, omofonicamente, eccone subito il suo significato, facile, facile, significa, ovviamente, “SILVANO”, il dio delle SELVE; solo che SANCHUNETA, che l’accompagna, vuol dire ‘LEGISLATORE’; che c’entra con le SELVE; allora dobbiamo affrontarlo per quello che rappresenta; ad esempio gli si rivolgono le donne; cerchiamo di capire; tenendo conto di quanto segue: noi già abbiamo visto, in altri scritti, che le donne chiedono aiuto a divinità femminili, chiara CU-l-sa-ns; chiara THU-fl()-thas; più volte ho spiegato che questi termini si riferiscono al SESSO FEMMINILE; il secondo, dal gr. KÚ_o ‘ho in grembo’, ‘sono in-CI-n-ta’, ce lo spiega bene la divinità *KU_le-ta-nas, dal greco KO_le-ón ‘sesso femminile’; più arcaico *KU_le-sa-nus, sempre dalla radice SU > KU, da cui l’etrusco SE-ch ‘la partorita = FI-glia’, il licio cBatru < *CA-t-ru (F > b); hurrico SA-la < *SA-sa ‘figlia’, urarteo SI-la < *SI-sa ‘la FE-mmina, FI-glia’; una pro-SA-pia; il terzo da THÊ-lus, THE-lú-tes, ancora “SESSO FEMMINILE”; allora perché *SE_le-Fa-nas dovrebbe suggerirci ‘il dio della SELVA’ e non “il dio della SE-‘, “del SE-k-sus”? ossia di “quell’organo per nascere’, preciso; per carità, questo, non vuole dire ‘tagliato’; il PENSANTE di turno avrà detto: ‘Se il sesso indica quello maschile e quello femminile, beh! L’uno è Lungo-, l’altra no, è Tagliato! Che idee!’
Il greco U_i-ós, deriva da *SU-(s)jos…

Con queste premesse, elenchiamo le iscrizioni dove compaiono le divinità della CREAZIONE FEMMINILE; allora doveva essere miracolosa; le dee femminili stavano dalla sua parte: l’eteo SAR-ma > SARr-u-ma ‘dio Luce’, con la cadura dell’iniziale ci da AR-ma ‘LU-ce > LU-na’, che genererà il lidio ARtmus, l’etrusco ARitimi, il greco ARthemi-de “dea della ARma/ = Luce (notturna) > Luna”...

Da Romolo Augusto Staccioli,
“Il mistero della lingua etrusca” (1987):

pag. 101, 22: Su una statuetta di bronzo dal territorio chiusino (sec. III a. C.):
ecn turce larthi lethanei alpnu senvansl canzate
“Questo dedicò Larthi Lethanei in dono a Silvano Canzate”
pag. 103. Su un’asta di bronzo da Tarquinia (sec. III a. C.);
cn turce murila hercnas thuflthas cver
“Questo dedicò Murila; a Thuflthas offerta”

Da Massimo Pittau,
“TESTI ETRUSCHI” (1990);

pag. 145, 149:
ecn turce murila hercnas thuflthas cevr
“questo ha donato Murrikio / in voto a Thufultha”;
pag. 199, 640:
v. cvinti arnia culsasl alpan turce
Pag. 253, 900:
selvans sanchuneta cvera
“ Silvano / quello sanguinario / ex voto”.

Da Giulio M. Facchetti,
“L’enigma svelato della LINGUA ETRUSCA” (2000),

pag.154, Vs 4.8 (III-II secolo a. C.; cippo):
selvans sanchuneta/ cvera, tradotto così: “ Selvans, quello Sanchuna; (cippo) sacro”;
pag.155, Vs 4.9 (II secolo a.C.:
statuetta): selvansl enizpetla “di Silvano, quello enizpa”;
pag. 160, Co 3.6 /statuette bronzea di fanciullo)
velias . Fancnal . thufthas/ alpan . menache clen cecha tuthines tlenacheus
di Velia Fanacnei a Thufultha l’ <omaggio> fu fatto a favore del figlio secondo il pubblico <voto>
pag. 161, Co 3.4 (IV-II, sec. A.C; statuetta):
v. cvinti arntias culsansl alpan turce “ Vela Cvinti (moglie) di Arnti(a) al dio Culsans (= Giano) <in omaggio> donò”;
pag. 165, OA 4.1 (v secolo a. C.: statuetta):
mi selvansel smucinthiunatula io (sono) del (dio) Silvano, quello Smucinthiuna.

Da ROMOLO AUGUSTO STACCIOLI
“Il “mistero” della lingua etrusca”
Pag. 101, 22. Su una statuetta di bronzo dal territorio chiusino (sec. III a. C.):
ecn turce larthi letrhanei alpnu selvansl canzate
“Questo dedicò Larthi Lethanei in dono a Silvano Canzate.”
pag. 103. Su un’asta di bronzo da Tarquinia (se. III a. C);
cn turce murila hercnas thuflthas cver
“questo dedicò Murila Hercna; a Thuflthas offerta.”

Qui aggiungo le mie traduzione, seguite dalle analisi, che ne giustificano i significati:

Da Romolo Augusto Staccioli:
“Questa ha offerto Larthi (Laerzia) Lethanei come ricompensa a *SeleFane (dio Selene > Luna, Finfisso F > v)”
“Questo ho offerto Murila di Hercna a *ThuFulitha (*Thuletha, Thuleta/ Theluta), per grazia.”

Da Massimo Pittau:
“Questa ha dato Murila di Hercna al dio Theluta, per grazia.”
”Velia Cvinti di Arntia a Culesane la ricompensa ha offerto.”
“A Sel(v)ane legislatrice, per grazia.”

Da Giulio M. Facchetti:
“A Selane legiferatrice, per grazia”
“A Selane scuotitrice”
“Di Velia Fanacna a Theluta, per ricompensa; posto secondo legge/uso. Demotica decisione.”
“V(elia) Cvinti di Arntie a Culesane, per ricompensa ha dato.”
“Questo/me = io a Selane bruciatore.”

Nei miei libri ho spiegato, TUTTO, parola per parola; qui mi soffermo, brevemente, su qualche termine: innanzitutto poniamo l’attenzione su SELVANS; ditemi chi non è abbagliato dall’OMOFONO SELVA; solo che è un dio delle LEGGI; in particolare, sia perché aiuta le donne; insomma bisogna risalire a quei tempi, quando cielo, terra ed acqua erano colmi di divinità; all’inizio, senza la O, senza il maschile ci sfugge; io nutro il fondato sospetto che ancora prevaleva la figura femminile; poi, la luna, con i suoi periodi così chiari, netti, sempre uguali; non poteva ispirare che la periodicità, la regolarità; quindi il tempo, l’esattezza, LA LEGGE, i CONFINI; il sollevamento della terra, terremoto, come un concepire; sembra maschio SELVANE? Ma era femmina; seguite, con pazienza, questa RADICE MONOSILLABICA: SEL “Luce”; non poteva che rappresentare una DEA, femmina, quindi, perché la FEMMINA, allora GENERAVA da sola; il maschio NO; mettiamoci tra quelle donne creatrici, e gli uomini, che ancora non sapevano cosa facevano con le donne; creavano … tutte da sole.
Ma torniamo a SEL, gr. SÉL-a-s ‘la (dea) LUCE’; che si sviluppa con desinenza anatolica: *SEL-a-s-sa, da qui SEL-á-n-na (Saffo), SEL-á-()-na > SEL-é-()- ne > VEL-i-nai, ()EL-e-na (*FEL-e-ne “(S)EL-e-na/e = LUCE (notturna) > Luna’ (gr. EL-é-ne, etr. ELina, ELinai, ELinei)”…; * > FEL-e-s-si > FEL-e-s-ni > FEL-e-n-ni > “EL(l)-e-()-ni” (“figli della dea Elena”); interessante notare come questa divinità SEL possa accomunarsi al dio/re ittita TEL (s > t)) TELEPINO; autore di una summa di leggi straordinarie (Fiorella Imparati “Le leggi ittite”).
Qualcuno, che ha letto poco, o male, sbotterà acido: “Ma che c’entrano gli Ittiti!”
C’entrano, c’entrano; su “Quattro studi ittiti”, di F, Imparati si parla troppo di Muwatallis, del Metele etrusco ; nel BEL libro di O. R. Gurney, Gli ittiti, esistono pagine che si interessano del paese di AHHIAWA/ ACAIA = ASIA; di Alaksandus, re di UILusiia, convinto, speriamo, a firmare un documento, posto lì, davanti a lui, dal re ittita Muvatallis; il libro segnala pure una bugia, speriamo di no: riferisce che Tudhalia IV, durante una ricognizione del territorio, che fa, si sbaglia, si sarà sbagliato, pone VILusa PRIMA di Taruuisa!
Ma bisognerebbe scorrere tutta la lista dei governanti ittiti, per capire che vi furono DUE RE TIRSENI PRIMA di quelli ittiti: pi-THAna e AN-i-t-ta (*arnuFantha/ Arnth)…

Quanto ai GRECI, fummo noi a nominarli così; in fenicio i Cretesi venivano chiamati KRESI > *KRETI > CURETI, *KREKI, Greci… Prendemmo un nome già noto, portato dagli stessi abitati di *Creka, sbarcati nell’Italia Meridionale…; insieme con UT-u-ze, figlio del dio UT-u… ET-na/ IT-a-ca/ IT-a-lia/ *ET-u-ru-s-sia….; insieme con LA-sa, LA-ris, *LA-ri-tas/ Larth/ LAerte…, LA-r-i-s-sa…, LA-r-sa…

La radice monosillabica, anche quando subisce varianze, perde l’iniziale, offre sempre un’ampia scelta di derivazioni, mette in evidenza una ricca discendenza; questa, di SEL, è una famiglia numerosa: FAL/ FEL/ FIL/ FUL, VAL/ VEL/ VIL/ VUL, AL/ EL/ IL/ UL,… aFl/ aVl/ aBel…, FaFl > ÁL-io-s/ ÉL-ios ‘LUCE > SOLE’ ( finalmente maschio); possiamo citare aVl- ‘anno’, aUl/ Aule = Sole, aPlu/ aPol(l)o = ‘Sol-e’; VEL-z-na/ BOL-s()-na/ VOL-si-ni…POL-i-ch-na, sul fiume AES-e-pus ‘del CAVALLO!” (eteo ASUWA ‘cavallo’), POL-io-ch-ni, sull’isola di LEMNO…; VUL-ca-no… Interessante il gruppo finale -c-na, perché lo ritroviamo in ZIL-a-ch-nu < *TIL-a-s-su ‘tel-e-s-te’, miceneo TER-e-()-ta…..; restando a questa radice, indichiamo lo ZIL-a-ch, che equivaleva a *TIL-a-ch, ossia al TEL-e greco…
Le cariche le ho tradotte con cura, tutte (ma certo che le conoscono…), attribuendo loro il vero significato, non maneggiando il solito MAGISTRATO.
Dico che zilath < *Tilash non doveva incontrare tanta durezza, se si segue una radice, quella sola, per queste autorità; come con THE-ó-s, che da luogo a DE-u-s, ZE-ú-s, DI-u-r-no, GI-o-r-no, GI-u-Bi-le-(F)o.. ()J-O-vi-la (th/de/ze/gj/()J)…
Pensate che abbia sbagliato? Seguendo le consonanze, le dissonanze, le trasposizioni? O le chiamate, credete meglio, assimilazioni, dissimilazioni, metatesi….? Detto meglio?

Perché mi sto soffermando su questi pochi dati; ma per dire che, chi sa leggere, prima mi legga; prima di affermare gratuite offese, servendosi dell’anonimato; ecco perché, questo scorcio; per rispondere alle facce chiuse, che dicono tra le fratte.
VOI sapete che le persone citate sono importanti; lo so anch’io; che i loro libri figurano sugli scaffali di importanti Istituzioni, altro che non lo so, lo so anch’io; siccome ho prodotto centinaia di articoli e cinque libri, sopra un breve cenno; vi chiedo se non meriti anch’io di pormi, carta a carta, sullo stesso scaffale, loro ed io, me.

Occupiamoci, ora, di Thuflthas; come sempre, occorre depurarlo, va ricordato che TUTTE LE PAROLE SONO SBAGLIATE, proprio tutte; infatti ha un infisso), intromesso, consistente nel famoso F, manipolatore insistente, capace di trasformarsi nei suoi simili: b, f, m, p, mp, ph, mph, u, v, w, quindi chiamiamolo *thuFlthas, ancora meglio *THU-le-tas; qui lo volevo, corretto; non vi pare che derivi da THE_lus, THE-lu-tes ‘sesso femminile?”; quindi, ripeto, e ripeto, sparando di essere capito, ammissibile, rappresentava il sesso, per questo le donne lo invocavano, lo convincevano con doni importanti.

CU-l-sa-n()s, lidio Q()-le-da-ns, è chiarissimo; un po’ di intuito, di capacità di connettere , ed ecco una robusta DEA: *KU-le-sa-nas ‘quella del sesso femminile’; dal gr. KÚ-o ‘ho in grembo’, visto sopra, sono ‘in-CI-n-ta’; miceneo KO-wo ‘FI-gliato > FI-glio’, gr. *KU-sos > KÚ-ros ‘figlio’, FI-glio’, che è pure questo connesso all’organo del generare, gr. PHÚ-o ‘genero’, gr. PA-i-s(), *PHA-i-se, PU-e-r()/ *PHU-e-sa, PU-sus/ *PHU-sus, PU-tus/ *PHU-tus, … PU-e-l-la, PU-c-lo-is ..…., diallettate PU-c-che-l-la < *PHU-e-(-)cu-(-)la; compresa quella parola … nota, così dura, da attraversare i secoli nella bocca della gente; pronunciata ancora ora.

Tutte divinità protettrici della donna: SEL- ene, THE-lute, CU-lsane.
Come si può notare, non scrivo fantasia; gli ADDETTI ALLA CULTURA non si devono abbassare a leggere i miei scritti, ma ALZARE, per rendersene conto dall’alto; li vedrebbero meglio.
Ma continuiamo: SELene, con la sua periodicità, ripeto, insegna a misurare il tempo, da qui la legge, come aveva predisposto il sovrano ittita TEL-e-pi-no, con una serie di articoli, da far invidia a tanti legislatori successivi; non poteva aver tratto l’ispirazione che dalla Luna, così precisa, ordinata, sette giorni la setti-mana; THE-lus è proprio il *SE-c/s-so/ *TE-c/-to, che ha bisogno di protezione, e va invocata la divinità, ogni volta che se ne abbia bisogno; CU-l-sa-n(a)s, anche questa dea si riferisce al generare, partorire; ma possiede un parente stretto, presso i LIDI; a questo punto domando: come facevano Etruschi/ Tirseni/Velsini e Lidi a chiedere aiuto ad una stessa divinità, se non avevano avuto in passato qualche periodo di contiguità? Si tratta del dio Qldans, Q()-l()-da-n()s; basta restituire le vocali, saltate per contrazione, come presso gli Etruschi, che eccoci davanti un robusto *QU-le-da-ne; ma vediamo la breve iscrizione:
da TITUS Lydian Corpus Part No. 5 Inscription 4b:
Line: 1 es vanas manelis Line: 2 alulis ak=mL=t Line: 3 qis fensLibid Line: 4 fak=mL=t QLDANS Lin: 5 artymul=k vcbaqent
“Questa tomba/ (è) di Maneli Aluli. Ora/ chi (la) danneggia/ allora Qldane Artimu-e (lo) rovinino.”
Per la contiguità va fatto notare come artymul sia troppo simile all’etrusca Aritimi, visibilmente anteriori ad Artemi(de) greca, al sabino arDu-i-na < *arDujmna. Attenzione anche alla –k, troppo affine al –c ‘e’, congiunzione etrusca.
Ripropongo questa iscrizione, anche, per il verbo finale; mostrare di nuovo come si possa spogliare una parola, per VEDERNE le MEMBRA: VCBAQENT; per capirne la nudità, togliamo subito la desinenza, di tipo latino, -ent, resta vcbaq-; occhio alle labiali, ossia alla combriccola V & B, figliastre della compassata F; rimettiamolo a posto. *FcFaq-, depurato, resta il puro CAQ; ed ecco la radice VERA; ed eccoci davanti al greco KAK-ò-o ‘danneggio’; la forma completa sarebbe stata: * > KOK-e-s-si (anatolico) > KOK-e-n-ti > KOK-e-n-t; dagli ignoranti, nuovi parlanti, con nuova lingua, dai Lidi fabulizzato VcBaq-e-n-t.
Questo fenomeno di degradazione è toccato anche al latino: DIC-tus ha subito le seguennti deformazioni: * > dic-tu(), dic-tO, diT-to, infine ‘dEt-to’, tralasciando il francese DIT! E lo spagnolo DICHO!
Interessante scoprire che sotto, sotto, si riscopre una comune influenza anatolica, che tocca i popoli che allora abitavano l’AHHIAWA, ossia l’ACHAIA, ossia l’ ASIA, con valenza ittita S/H; per dire che gli ACHEI risiedevano in Asia prima di spostarsi verso Occidente, lì stabilire il proprio paese, chiamandolo con il nome della dea Luna: SELéne > ELéne > ELlade 'paese di EL', mentre se stessi si definirono * > SEL-e-s-si > VEL-e-s-si > FEL-e-n-ni "EL-(l)-e-(n)-ni", ossia "quelli di SEL/ FEL/ EL"; l' "ELles-POnto", conteneva la radice EL 'Sole', e PO 'acqua' (PO-n-to = mare); quindi il "del Sole mare"; per ricordare che UNA DELLE DUE FILios, cantate da OMERO, non doveva stare tanto, troppo lontane.; direi poco .... sopra...arroccata sul colle, dove nasce il fiume AES-e-pus 'del Cavallo' (eteo ASuwa 'cavallo': *aQuwa, *aPuwa..) l'altra presso lo Xanthos (OMERO, Iliade, VIII, ultimi versi), LA TERZA se la ricostruirono, appena sbarcati, diretti al LAGO, dalle molte UDATA, sulle colline non più alte di tre stadi e mezzo (altro che 35 stadi!), chiamandosela VEL-z-na 'città di VEL > EL', la odierna BOL-s(e)-na (niente a che vedere con ORVIETO, ossia URBIBENDUM, caro a molti)...

Tutto questo per rispondere ad una risposta, quasi anonima: mi si risponde, all'offerta delle mie opere (da anni spedite qua e là; all'inizio spedii le mie ricerche, ANCHE, a M. Pallottino, che mi ringraziò, ANCHE, a Giacomo Devoto, che mi rispose, mi dette persino UTILI CONSIGLI, lettere scritte A MANO...), ripeto, qualcuno mi FA DIRE che la Biblioteca non può accettare che opere di Etruscologi NOTI; io rispondo con questi esempi; i quali mostrano chiaramente, che la mia attività, i miei risultati, SUPERANO quelli di lodevoli studiosi, che io ho studiato e da essi, come da tanti altri, sono partito.
La ragione sta, invece, nel Medioevo d'Italia, stracolmo di consorterie, una pacchia per ogni sorta di RACCOMANDAZIONI; qui, da noi, non ci si bada affatto su ciò che uno fa, come lo fa, ma si sbircia, quasi accecati, COLUI CHI Raccomanda ed è Raccomandato.
Non conta nessuna capacità, nessun valore, MERITO, se non quello della mano morta, che ruba il valore, per sostituirlo con una qualunque Raccomandazione.
Siamo agli utlimi banchi; lo sanno benissimo, anche i MIRACOLATI.
QUALCUNO LEGGA LE MIE OPERE! LE CONFRONTI! O, OPPURE: ...
Quanto mi sarebbe piaciuta una rude critica alle mie spiegazioni. Qualcuno ci ha provato. PROVACI, anche tu.
Angelo Di Mario

Edited by Angelo Di Mario - 9/11/2008, 18:02
 
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